mercoledì 20 gennaio 2010

Il mio pensiero è per Haiti, per quella popolazione che non possedeva quasi nulla e che non siamo stati capaci di aiutare con i nostri mezzi ricchi ed evoluti.
Oggi hanno trovato persone ancora vive sotto le macerie (sono già 8 giorni) e tra poco metteranno in azione le ruspe.
Tutti con slancio di generosità si sono catapultati sul posto: Nazioni, Onu, associazioni, onlus. Con ogni genere di necessità, ostacolandosi a vicenda.
Non si sono consultati i partecipanti ai vari G8, G8+1, G20, BRIC per organizzare un corridoio umanitario?
Ci si butta come ad una riffa di paese, forse con tanto cuore ma poco cervello.
Poi, vorrei che i giornalisti facessero dei servizi su loro stessi: dove dormono, cosa mangiano, che elettricità usano in un paese distrutto? E se anche fossero autonomi, questa loro "autonomia" dovrebbe andare alla popolazione. Quanti giornalisti, fotografi e cine operatori sono arrivati?
Queste sono le domande che mi frullano per la testa, mi fanno sentire comunque in colpa, perché queste persone stavano già male prima, perché Haiti è un paese povero come ce ne sono tanti nel mondo: ce ne accorgiamo solo quando un evento mette una lente d'ingrandimento.



by Ms Larsen

1 commento:

  1. Mia cara mom, la situazione di Haiti era penosa prima, e vergognosa adesso. Sono sicura che se fosse stata una highlight del turismo di massa, gli aiuti sarebbero arrivati SUBITO, non tanto per salvare la popolazione locale ma i turisti... eh sì, i turisti sono soldi--> TOURISTS ARE MONEY!!! del resto ricordi lo Tsunami che devastò Thailandia, Maldive, Andamane ecc ecc ecc
    Non ho molti commenti da aggiungere. E' che 1 + 1 a casa mia fa sempre 2.
    Riguardo le troupe televisive e reporters... bé immagino saranno alloggiati in qualche hotel deluxe di Santo Domingo e saranno scortati di giorno in giorno sui luoghi della sciagura.
    A volte funziona così.
    Grazie per aver postato la mia fotina :*

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