lunedì 19 aprile 2010

ISLANDA non solo nubi vulcaniche






Reykjavik 2006









Snaefellsness





Laguna glaciale di Jokurlsarlon (i ghiacci sono anneriti da precedenti nubi vulcaniche )
















Villaggi pescatori










Colata lavica









Geyser






















solfatara di Namaskard







Nubi del vulcano Eyjafjallajokull





lunedì 12 aprile 2010

Donazioni


Ricevo, come molte altre persone, lettere richiedenti donazioni per le cause più varie: spesso riguardano bambini bisognosi di tutto. Naturalmente vengo colpita dalle immagini e sento profondamente l'ingiustizia che colpisce chi nasce in certe aree del mondo.

Però le richieste sono tante, riguardano anche le malattie che più ci flagellano, ed anche a queste problematiche illustrate è difficile restare indifferenti. Poi ci sono le innumerevoli onlus tipo Emergency o Medici senza frontiere di cui apprezzo il lavoro. Ed il quesito che spesso mi pongo è se dare il mio (certo piccolo contributo) a una grande organizzazione, che però spende grande parte della raccolta per sorreggere se stessa o ad una piccola che a sua volta possiede meno strumenti per riuscire nei propri intenti.



Una scelta però sono riuscita a farla: quando ricevo lettere voluminose, piene di cartoline, blocchetti appunti con indicato il mio nome, biglietti natalizi, pasquali che, malgrado il pessimo gusto, saranno costati comunque diversi euro, rimando il tutto al mittente. Compro una grossa busta, scrivo una lettera spiegando
i motivi e chiedendo di non inviarmi più nulla, vado alla posta
per mettere un'affrancatura adeguata e per effettuare un'invio più veloce. Faccio una cosa stupida? Forse, ma alcune di quelle richieste hanno un odore di imbroglio e cestinare semplicemente, mi sembrerebbe di buttare via tutti quei visi di bambini, che vengono spregiudicamente usati.

Lo so che è difficile cercare un'etica in tutte le cose, ma, quando mi sembra di dare una risposta giusta, mi sento meglio e "partecipante".


domenica 11 aprile 2010


Lucca e il caffè macchiato



Ho abitato saltuariamente a Lucca dal 2000 al 2006, avevo un bellissimo appartamento in via del Gallo, una viuzza medioevale dove potevano transitare solo mezzi piccoli ed a orari ben definiti.
Uscivo dal portoncino verde borchiato e mi sentivo proiettata nel 1300 (epoca della maggior parte delle abitazioni ) quando però entravo nei negozi l'impressione di straniamento era ancora maggiore. Pensate, in un grande emporio di oggetti di plastica per la casa, con il distributore di numeri -vista l'alta affluenza delle persone-, ho visto far provare ad un anziano almeno cinque o sei guanti di plastica (del tipo per faccende domestiche) sino a quando il cliente ha trovato quello giusto per lui. Impensabile a Milano!
La città è piuttosto cara, è una città turistica che cerca di spremere come può, ma la qualità è quasi sempre alta e forse si trova una qualità maggiore nei ristoranti o self service dall'aspetto più semplice. Anche dagli ortolani, oltre la frutta e verdura di ottimo aspetto, si potevano trovare verdure cucinate in modo goloso, e non voglio descrivere le panetterie: tanti tipi di pani e di focacce: una delizia. Tra le mie bevande preferite c'era l'immancabile caffè macchiato. Intendiamoci niente a che vedere con quelli che ho già descritto a Milano.
Innanzi tutto veniva fatto in tazza grande (tipo caffè americano) ed il latte di ottima qualità e cremoso, veniva versato senza risparmio, era quasi un cappuccio.
Quindi quando ho letto su la Repubblica, il solito articolo riempi pagina, che a Lucca il caffè macchiato veniva fatto pagare dieci centesimi in più l'ho trovato del tutto naturale! Anzi ho cominciato a notare che a Milano il caffè viene macchiato meno di prima, e mi aspetto un aumento qui sì ingiustificato, se si riferisce anche al caffè normale.
Da New York a Sydney ed in altre capitali del mondo il caffè chiamato all'italiana "macchiato" costa un poco di più , ed ormai lo sanno fare bene come in Italia, merito degli esportatori italiani di macchinari per il caffè e di prodotti che non si sono limitati a vendere i prodotti, ma hanno fatto scuola, che qui da noi a volte manca.