sabato 20 febbraio 2010

La prima volta che abbracciai un albero









fu nel 2005 in una foresta nell'Alberta canadese. E' stato un impulso improvviso, era d'agosto ed il sole filtrava caldo nel bosco, un tronco grande richiamò la mia attenzione: chiusi gli occhi lo circondai con le braccia e appoggiai il viso alla corteccia profumata, ricevetti in cambio un confortevole calore.

L'ultima volta è stato in Australia in un boschetto di eucalipti dove viveno avvinghiati dei koala: anche qui il mio abbraccio fu un gesto naturale.

L'evocazione mentale di una quercia in cima ad una piccola collina, è sempre stata la mia immagine preferita di calma e forza, alla fine di un training di rilassamento.

Solo recentemente leggendo il libro di Giuseppe Barbera "Abbracciare gli alberi" (ed.Mondadori) ho scoperto di essere inconsapevolmente una seguace di un culto antichissimo, ho appreso inumerevoli esempi (anche recenti) di come la valenza simbolica possa avere degli utilizzi pratici.

Un'associazione canadese insegna ai bambini, nel caso si perdessero nei boschi, di cercare l'albero più grande ed abbracciarlo rassicurati dal calore della corteccia ed anche dalla sicurezza che i soccorritori arriveranno, facilitati nella ricerca dalla dimensione della pianta.

Ritrovo anche Jungh che nel suo saggio "L'albero filosofico" trova nei disegni dei suoi pazienti raffigurazioni di simboli originali quali la vita, la crescita, lo sviluppo, l'aspetto materno, l'età,la personalità, la morte e la rinascita: splendido!

Mi sono ripromessa di abbracciare, la prossima volta che andrò in Liguria, un ulivo, il più vecchio che potrò individuare.


Non ho ancora finito di riflettere su questo, che trovo un articolo su Repubblica, che mi fornisce nuovi spunti: un altro libro, Marco Nieri in "Bioenergetic Landscape" La progettazione del giardino terapeutico bioenergetico. Da questo imparo che la quercia è energizzante, e agisce sul sistema nervoso e genitale: un aiuto contro la depressione. Mentre l'ulivo può avere un'azione stimolante sul sistema immunitario e digerente del corpo umano: ed è incredibile è ciò che mi occorre ora.


domenica 14 febbraio 2010

Le parole giuste per dirlo



martedì 9 febbraio 2010

9 febbraio

Tu ti consoleresti, mio cuore?
Ma chi potrebbe consolarti?
Se il tuo dolore lo contempli
e lo trattieni abbracciato
come fiori e come fiamme
sulla tua spalla consumata
da 'Tu ti consoleresti forse'
Jean Dominique (Belgio 1875-1952)





lunedì 8 febbraio 2010


Mi ero riproposta di non vedere la TV ieri sera

quando ho visto che proponevano una miniserie su Franco Basaglia. Non mi andava l'idea che si facesse "intrattenimento" su di un pensiero che è stato molto importante nella mia formazione.

Ma qualcosa a fatto sì che posizionassi il telecomando su rai 1 proprio all'inizio della fiction.

Non saprei dire quanto da sveglia mi abbia colpito, ma posso raccontare che tutta la notte ho sognato di far parte di quella comunità formata da medici, infermieri e malati: tutte persone.

E' stato un sogno dolcissimo, dove mi sono tornati alla mente i miei vent'anni ed i desideri di allora.

Ho letto oggi l'articolo di Umberto Galimberti sull'argomento (Repubblica) mi ha aiutato a decifrare il groviglio di sentimenti che provo ed ha rinnovato la mia speranza.