domenica 11 aprile 2010


Lucca e il caffè macchiato



Ho abitato saltuariamente a Lucca dal 2000 al 2006, avevo un bellissimo appartamento in via del Gallo, una viuzza medioevale dove potevano transitare solo mezzi piccoli ed a orari ben definiti.
Uscivo dal portoncino verde borchiato e mi sentivo proiettata nel 1300 (epoca della maggior parte delle abitazioni ) quando però entravo nei negozi l'impressione di straniamento era ancora maggiore. Pensate, in un grande emporio di oggetti di plastica per la casa, con il distributore di numeri -vista l'alta affluenza delle persone-, ho visto far provare ad un anziano almeno cinque o sei guanti di plastica (del tipo per faccende domestiche) sino a quando il cliente ha trovato quello giusto per lui. Impensabile a Milano!
La città è piuttosto cara, è una città turistica che cerca di spremere come può, ma la qualità è quasi sempre alta e forse si trova una qualità maggiore nei ristoranti o self service dall'aspetto più semplice. Anche dagli ortolani, oltre la frutta e verdura di ottimo aspetto, si potevano trovare verdure cucinate in modo goloso, e non voglio descrivere le panetterie: tanti tipi di pani e di focacce: una delizia. Tra le mie bevande preferite c'era l'immancabile caffè macchiato. Intendiamoci niente a che vedere con quelli che ho già descritto a Milano.
Innanzi tutto veniva fatto in tazza grande (tipo caffè americano) ed il latte di ottima qualità e cremoso, veniva versato senza risparmio, era quasi un cappuccio.
Quindi quando ho letto su la Repubblica, il solito articolo riempi pagina, che a Lucca il caffè macchiato veniva fatto pagare dieci centesimi in più l'ho trovato del tutto naturale! Anzi ho cominciato a notare che a Milano il caffè viene macchiato meno di prima, e mi aspetto un aumento qui sì ingiustificato, se si riferisce anche al caffè normale.
Da New York a Sydney ed in altre capitali del mondo il caffè chiamato all'italiana "macchiato" costa un poco di più , ed ormai lo sanno fare bene come in Italia, merito degli esportatori italiani di macchinari per il caffè e di prodotti che non si sono limitati a vendere i prodotti, ma hanno fatto scuola, che qui da noi a volte manca.

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